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Freud considerava il gioco come il mezzo del bambino per esprimere ciò che prova e pensa e, nel tempo, si è compreso che è anche un modo per elaborare le esperienze. Insieme, impariamo a padroneggiare le emozioni che ne scaturiscono.
Il gioco viene sostituito dall’utilizzo delle parole e delle libere associazioni; accompagno gli adolescenti nel fronteggiare i compiti di crescita, come le difficili relazioni con i pari, i genitori, le difficoltà scolastiche e la sessualità.
Nel mio lavoro è molto importante che i genitori siano partner attivi nel trattamento del loro figlio: insieme si cerca di comprendere come aiutarlo. Altre volte, invece, il lavoro avviene solo con la mamma e il papà che si rivolgono a me per consulenze su alcuni aspetti, come, ad esempio, affrontare le crisi familiari e le separazioni.
Il gioco e il disegno sono strumenti fondamentali per lavorare con i bambini. I bambini non sempre riescono a comprendere che cosa accade dentro di loro e gli è difficile riconoscere quel qualcosa che li pervade, dargli un nome. Saper riconoscere, comprendere e gestire le emozioni, difatti, non avviene in modo lineare ma bisogna imparare a padroneggiarle.
Il gioco consente di arrivare a contenuti profondi del mondo interno del bambino. Giocando con il terapeuta, il bambino può comprendere alcuni aspetti di sé, può “giocare” la sua rabbia o l’ansia e imparare ad agirle diversamente nella sua realtà quotidiana.
Una parte della mia attività si svolge nelle scuole con percorsi psico-educativi rivolti ai bambini che hanno una finalità di prevenzione. I diversi argomenti (le emozioni, le dinamiche di gruppo, il bullismo, ecc.) vengono concordati con i dirigenti e i docenti costruendo insieme dei percorsi di lavoro.
Svolgo anche un’attività di formazione e informazione rivolta a gruppi di genitori, insegnanti ed educatori su differenti tematiche, che spaziano dalla nascita del bambino all’adolescenza.
Nec harum bonorum menandri ei. Idque noluisse te vix, mel sonet nihil te, ut solum option consulatu cum. Ex clita tacimates inimicus usu, facer alter…
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Mi piace collaborare con diverse figure professionali (pediatra, logopedista, nutrizionista, psicomotricista, consulente dell’allattamento, avvocato…) sia nel progettare una formazione insieme, ma anche nel semplice invio ad altri professionisti e questo mi consente di offrire una “rete di supporto” ai pazienti.